Comunicare il terzo settore: da dove si parte?

Come comunicare online il terzo settore

 

Secondo il Censimento permanente delle istituzioni non profit presentato dall’ISTAT nel dicembre 2017 il terzo settore in Italia conta 336.275 istituzioni in cui operano 788.126 dipendenti e 5.528.760 volontari.

 

 

Si tratta dunque di un comparto numeroso che ha la necessità di comunicare la propria attività sia tra il proprio personale, tra i propri sostenitori e sponsor finanziari, privati ed istituzionali, che tra i portatori d’interesse.

 

 

Il digitale si sta rilevando il mezzo più economico e mirato per la comunicazione sociale dove parlare della mission dell’ente non-profit e sollecitare l’attività di raccolta fondi.

 

Nonostante questo dato, la comunicazione viene spesso gestita da persone che hanno poche competenze digitali, soprattutto nelle piccole associazioni che possono contare su risorse umane modeste.

 

 

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Blog, sito o social network?

La scelta di un piano di comunicazione e dei relativi mezzi è strategica. E’ bene abbinare un sito ai social network (se ne può scegliere anche uno di social) e pianificare una strategia per arrivare a colpire il nostro target di riferimento.

 

I testi devono essere rilevanti e pertinenti, coinvolgere i sensi ed emozionare, accompagnati da immagini, video e infografiche.

In un momento storico come quello contemporaneo è preferibile soffermarsi sulla rassicurazione di come i soldi raccolti vengono poi destinati.

 

Il testimonial può far presa tra il pubblico in un primo momento, maggiore interazione si avrà però quando il racconto viene narrato dal volontario o dall’operatore che presta il proprio lavoro all’interno dell’associazione.

 

Se sul blog possiamo dilungarci nella narrazione, sui social media conta più l’immediatezza del messaggio. Non c’è allora antagonismo tra blog e Social Media, occorre puntare ad un mix delle due attività declinandole nel tono di cui il singolo canale si caratterizza.

 

 

La strategia più importante resta comunque quella di fare rete insieme agli altri attori del comparto in modo da condividere risorse, idee e progetti.

 

 

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A questo proposito i gruppi di Facebook sono utili per intercettare le community che hanno interessi uguali o affini.

Community che nascono online ma che mirano ad avere uno sviluppo soprattutto offline.

 

 

Spesso le pagine Facebook del terzo settore possono contare su un numero elevato di fan, non altrettanto si può dire a livello di like, commenti, condivisioni. La sfida è perciò quella di ottimizzare la qualità dei contenuti pubblicati per accrescere le interazioni.

 

Quale rapporto c’è tra fan e interazioni sul tuo profilo Facebook?

 

 

Da anni seguiamo il lavoro di moltissime associazioni. Molto spesso nel mondo del terzo settore troviamo bellissime idee e progettualità ma con forti limiti di comunicazione dati spesso da motivi economici.

 

“Ho pochi soldi, preferisco investirli tutti nel progetto” 

Ricordatevi che i soldi investiti in comunicazione, ritornano sempre e non solo in termini di visibilità.

 

Oramai è irrinunciabile l’attività di comunicazione anche nel mondo del sociale: a cominciare dall’esplicita richiesta in tutti i bandi pubblici.

 

Se hai bisogno di un consiglio per iniziare a comunicare la tua attività no profit contattaci.

 

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