L’attualità di Pericle

 

Pericle si.

Pericle no.

Pericle e la democrazia perfetta.

Pericle il populista.

Tanti commenti esistono su questo testo di 2500 anni fa ma indubbiamente leggere certe parole fa un certo effetto, imponendo non poche riflessioni sulla nostra concezione di democrazia.

Pericle parla di un sistema che mette tutti sullo stesso piano, che non favorisce solo alcune categorie di cittadini, che assicura una giustizia uguale per tutti, che garantisce una vita libera da costrizioni, tabù e pregiudizi, in cui tutti possono fare quello che vogliono nel rispetto delle leggi e del bene comune; nel rispetto del prossimo perché tutti sanno che il prossimo non usa la sua carica o il suo potere per fini personali e perché sanno che il posto che occupa è frutto del suo merito.

Parla di un sistema talmente forte che pur dando la massima libertà a tutti, è certo che tutti si uniranno per fronteggiare qualsiasi problema.

Potremmo commentare solamente ” Noi qui in Italia, non facciamo così”.

Per guardare Il discorso di Pericle letto da Paolo Rossi clicca qui

Discorso di Pericle agli Ateniesi

Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Pericle – Discorso agli Ateniesi, 431 a.C. (*)

Tratto da Tucidide, Storie, II, 34-36

 

(*) Errata corrige: inizialmente era stata indicata la data del 461 a.C., riportata da diverse fonti, ma in realtà il discorso, secondo Tucidide, è stato pronunciato all’inizio della Guerra del Peloponneso (431 a.C. – 404 a.C.)

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