La prima opera di street art alla Casa di Reclusione di Rebibbia realizzata da Moby Dick

Non mi stancherò mai di ripeterlo alle aziende: il business sociale è applicabile e può fare la differenza

Ieri è stata realizzata la prima opera di street art presso la Casa di Reclusione di Rebibbia realizzata dall’artista Moby Dick.

Il progetto è stato realizzato dalle Officine GM e dalla Biennale Marte Live.

Marco Tarascio, in arte Moby Dick, ha lavorato con i detenuti e per i detenuti regalando loro un’opera meravigliosa a cui speriamo di dare presto un seguito.

Propongo sempre ai miei clienti di associare una causa sociale in linea con la propria mission aziendale.

Perchè si può fare del bene con poco e si può fare anche un diversa attività di comunicazione rispetto a ciò che si è realizzato.

In un recente articolo di questo blog ho spiegato come pensare e realizzare un progetto sociale 

Tutti noi siamo dei consumatori e negli anni è aumentata la voglia di sapere di più dei prodotti che acquistiamo.

Non compriamo solo un prodotto, ma cerchiamo di sapere cosa c’è dietro quella produzione e quel prodotto come ho già spiegato in questa pagina

 

Nel caso della street art parliamo di un progetto sociale promosso da noi, ma pensate un attimo a quanto sarebbe costato a un’azienda diventarne sponsor.

Quanto avrebbe dovuto investire? Poco, pochissimo

Cosa avrebbe guadagnato? Molto, in termini di comunicazione e reputazionali.

A questo punto mi potreste dire, ma io prendo un bravo ufficio stampa per garantirmi comunicazione e reputazione.

Non è la stessa cosa, ovviamente. Una cosa è comunicare che il vostro è un prodotto buono.

Una cosa è comunicare che il vostro prodotto è buono e fa bene alla comunità sociale.

Il ritorno di comunicazione è doppio.

Ovviamente il ritorno doppio è garantito solo se si lavora bene ed il progetto/causa sociale è serio e ben fatto.

Sostenere una causa sociale è anche un’attività di comunicazione ma è anche un’azione sociale, non lo dimenticate.

I progetti sociali vanno fatti bene e seriamente.

E’ un dono che viene fatto alla comunità e statene certi, quest’ultima se ne ricorderà.

Nel caso di quel muro rigenerato, creato e donato dall’artista Moby Dick avrei fotograto il muro prima e dopo, la partecipazione dei detenuti. Avrei raccontato cosa ha significato per la comunità dei detenuti la realizzazione di quel muro.

Moby Dick sarà ricordato ogni volta che qualcuno passerà davanti a quel muro così bello da essere spiazzante all’interno di un carcere.

Perchè è stato generoso, ha saputo donare bellezza e donarsi.

Un detenuto per esempio ha ringraziato l’artista perchè una sera sono rimasti a lavorare insieme fino alle dieci. Lo ha ringraziato perchè dopo tanti anni si è potuto permettere di vedere un cielo stellato, cosa che non riusciva a vedere dalla sua cella.

Capisci cosa intendo per progetto sociale? Un qualcosa che resta e che ha portato del beneficio. 

In questo caso specifico del muro non c’era nessuno sponsor, ma vi rendete conto di quanto ne avrebbe potuto beneficiare?

Appello alle aziende, tutte:  ricordatevi che fare del bene, fa bene alla vostra azienda.

Potete leggere gli articoli usciti su  ArteMagazine e Messaggero

Giulia Morello – CEO Officine GM

 

 

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