Ius soli, perchè il riconoscimento di un diritto ci fa tanto paura?

I nuovi italiani nella riforma della cittadinanza

Da persona e da artista non mi ferisce riconoscere un diritto a chi non ne ha.

Non credo che il riconoscimento di un diritto ad un altro essere umano tolga qualcosa a me e/o alla mia italianità.

Basta entrare in un qualsiasi istituto scolastico per prendere atto che la nostra società è cambiata.

Non possiamo negare l’evidenza.

Tanti anni fa ho avuto modo di conoscere i ragazzi della rete G2, giovani nati in Italia da genitori immigrati.

I nati in Italia non hanno compiuto alcuna migrazione.

Mi raccontavano delle immense difficoltà quotidiane a causa di questa trafila infinita per il riconoscimento di una cittadinanza evidente, addirittura per partecipare ai tornei sportivi.

Perchè abbiamo paura di  riconoscere come cittadini coloro che sono già di fatto italiani?

Leggo tante storie assurde in rete circa questa legge attualmente in Senato, ma in estrema sintesi i punti sono:

1) E’ cittadino per nascita chi è figlio di un genitore straniero che abbia un permesso di soggiorno a tempo illimitato (5 anni di soggiorno regolare, reddito sufficiente e superamento della prova di integrazione.)
2) diventa cittadino italiano il minore che, entrato regolarmente in Italia ad una età inferiore ai 12 anni, vi abbia frequentato regolarmente la scuola per almeno 5 anni.
3) Diventa cittadino italiano chi, maggiorenne, può dimostrare i requisiti di cui al punto 2 e vive regolarmente in Italia da allora.
Se avete voglia di approfondire ecco il
Disegno di legge

Secondo uno studio della Fondazione Leone Moressa su dati ISTAT, citato daRepubblica, al momento in Italia ci sono circa 1 milione e 65mila minori stranieri.

E’ la civiltà che ci invita a questo riconoscimento, prima del diritto.

E noi come artisti e creativi non possiamo che essere favorevoli e fare la nostra parte.

G.M.

 

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